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''Nessun orso verrà ricollocato nel Parco Val Grande''. Lo ribadisce Luigi Spadone, presidente del Parco Val Grande. Lo aveva già fatto nella riunione di sabato a Villadossola, quando il tema era il monitoraggio del lupo nel Verbano Cusio Ossola.
Lo ridice oggi perché le voci di un inserimento di orsi nel Vco vengono insistentemente diffuse da qualcuno.
''Ho già smentito questa voce in varie sedi, istituzionali e non. Ma evidentemente qualcuno si diverte a far circolare notizie non vere al solo scopo di fomentare gli animi. Non vi è nessuna volontà del Parco di muoversi in questo senso, né vi sono richieste da parte di altri territori di ricollocare grandi predatori presso la Val Grande. Peraltro non sarebbe neppure così facile: non è che si sottoscrive un protocollo con un altro ente e la ricollocazione è cosa fatta. Occorre anche qui un intervento ministeriale e di Ispra e, soprattutto, una volontà del territorio ospitante che non c'è. Tutte queste fake news, come si chiamano oggi, gettano discredito su un ente e sui suoi dipendenti che lavorano con impegno quotidiano, peraltro in una situazione di sottorganico. Il problema è che questa voce si sta autoalimentando e ha raggiunto anche altri territori. Ne ho parlato anche con il Comando del Reparto Carabinieri Parco perché non solo viene lesa l'immagine di una pubblica amministrazione, ma si ingenera preoccupazione ingiustificata nella popolazione".
Intanto sabato si è tenuto a Villadossola il decimo incontro del tavolo di confronto e concertazione sul tema grandi carnivori che ha avuto in questi tre anni il pregio di mettere di fronte a un tavolo i vari portatori di interesse per discutere una tematica sempre più attuale, in particolare dopo la presenza dell'orso M29 nel comune di Trontano, anche se il tavolo è nato per approfondire il tema lupo.
I tanti confronti non hanno sopito le differenti posizioni delle parti (in particolare allevatori e associazioni ambientaliste) ma sono emersi alcuni punti di contatto.
"Vi sono temi come gli indennizzi - commenta il presidente Spadone - che vedono le parti concordare sulla necessità che questi siano immediati. Io peraltro parlerei più di risarcimenti che di indennizzi. Ciò va di pari passo con la riduzione della burocrazia che oggi rende difficoltoso per un allevatore, spesso in alpeggio, ottenere il giusto ristoro del danno subito".
Come vede i piani di contenimento che si stanno adottando in altri stati?
"Come ho accennato durante l'incontro i Parchi hanno tra le proprie finalità anche la gestione della fauna, quindi non è corretto pensare che le aree protette siano un mondo a parte rispetto agli altri enti. Tutti però sono chiamati a rispettare quelle che sono le regole del gioco. Deroghe o declassamento della specie – oggi il lupo non è più una specie in via di estinzione – competono ad altri livelli, segnatamente Regione e Ministero. Ritengo che laddove la capacità portante di un territorio sia superata una gestione, al pari di tutta la fauna, sia possibile ma occorre agire in modo corretto. Il rischio è infatti che il rimedio paventato sia ben diverso da ciò che si vorrebbe ottenere. In ogni caso senza una valutazione positiva di Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, ndr) restiamo nel campo delle ipotesi".