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La ricerca del 2018 si è svolta nell'area del Parco Nazionale e in quella del futuro ampliamento lungo il torrente San Bernardino e Monte Rosso.
I dati sono stati raccolti mediante differenti tecniche di monitoraggio:
Le catture, seguite da rilascio in breve tempo, hanno permesso l'identificazione delle specie, il rilevamento di alcuni dati biometrici (ad esempio peso, lunghezza dell'avambraccio e della tibia), la classificazione in classi di età e in femmine 'allattanti' e 'non allattanti'.
L'indagine ha permesso di accertare la presenza di 14 specie di Chirotteri. Prendendo in considerazione anche i dati dello studio effettuato nel 2010 le specie presenti nel Parco Nazionale della Val Grande salgono a 17. 16 specie appartengono alla famiglia dei Vespertilionidi, 1 alla famiglia dei Molossidi.
I due studi (2010 e 2018) hanno permesso di redigere la seguente Check list.
Delle 17 specie rilevate 3 (Barbastello, Vespertilio smarginato e Vespertilio maggiore) sono inserite nell'Allegato II della Direttiva Europea "Habitat" la cui conservazione richiede la designazione di Zone Speciali di Conservazione. Le altre specie rientrano tutte nell'allegato IV della medesima direttiva e sono dunque meritevoli di una protezione rigorosa.
Lo studio indica le azioni gestionali per la conservazione dei Chirotteri.
A livello forestale le indicazioni riguardano l'individuazione di alberi da destinare a "invecchiamento indefinito", da non rimuovere nemmeno dopo la loro morte in quanto importanti come rifugio.
Occorre anche mantenere adeguate estensioni boschive senza tagli, e dunque con un'evoluzione naturale, per favorire la presenza degli artropodi di cui si nutrono i Chirotteri.
I tagli degli alberi non devono essere effettuati nei mesi in cui è possibile la presenza di individui in svernamento. Allo stesso modo vanno evitati i tagli estivi tra maggio e metà agosto, periodo in cui le colonie riproduttive sono nella fase di allevamento della prole.
Per quanto riguarda gli edifici è necessaria un'attenta calendarizzazione dei lavori di ristrutturazione, da eseguirsi solo nei mesi di assenza dei Chirotteri. Vanno inoltre mantenuti i rifugi esistenti e i loro accessi (o create alternative con le medesime caratteristiche). È infine importante l'utilizzo di trattamenti atossici per la manutenzione delle travature.