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Il territorio del Parco Nazionale della Val Grande non è importante solo per la wilderness, o per la natura, ma anche per gli aspetti della presenza umana sul territorio. Il Museo archeologico della pietra ollare del Parco Nazionale Val Grande dà l'opportunità di andare a ritroso nel tempo e immaginare chi, prima di noi, ha vissuto in questi luoghi.
Ospitato nel Palazzo Pretorio, il Museo archeologico traccia la più antica storia dello sfruttamento di questo minerale nel territorio dell'Ecomuseo ed leuzerie e di scherpelit (Ecomuseo della pietra ollare e degli scalpellini) promosso dal Comune di Malesco, in collaborazione con la Soprintendenza per i Beni Archeologici del Piemonte.
Il percorso del Museo coniuga archeologia, etnografia e geologia attraverso una particolare lettura dei rinvenimenti archeologici che evidenzia gli strumenti del lavoro quotidiano ed i prodotti dell'abilità degli antichi scalpellini locali.
Nella sezione archeologica del museo le testimonianze, che partono dalla preistoria e si fanno particolarmente ricche per l'epoca romana, danno la misura del progressivo dominio dell'uomo sulla natura e sulle risorse della valle, di cui lo sfruttamento dei giacimenti di pietra ollare costituisce elemento cardine di una floridezza economica mantenuta fino alla piena età romana.
Tra I e IV secolo d.C. i corredi si caratterizzano oltre che per i manufatti in pietra, per il numero considerevole di oggetti di pregio e di importazione. Tra questi spiccano soprattutto le casseruole in argento di produzione campana e gli splendidi vetri, vivida testimonianza del ruolo che la Valle ebbe in antico nei circuiti commerciali, anche a vasto raggio, di cui doveva essere motore lo sfruttamento delle risorse locali.
La tenacità e la facilità di lavorazione della serpentinite ha favorito il suo utilizzo, dalla preistoria fino al medioevo, anche nell'ambito del sacro. E' stata supporto per incisioni rupestri, ha fornito la materia prima per scolpire un'eccezionale testa di divinità nella tarda età del Ferro da Dresio e ha continuato ad essere impiegata nella decorazione e nella suppellettile di numerose chiese e luoghi di culto in tempi più recenti.
Nel piano seminterrato dell'edificio si conservano le strutture di un'antica latteria, in cui tutti gli elementi funzionali all'attività impiegano la pietra refrattaria a cominciare dal grande camino, creando un trait-d'union tra il tema della pietra ollare nell'archeologia e nella tradizione etnografica ed architettonica locale.
Al secondo piano del museo è visitabile anche una sezione geologica; questa sezione illustra le emergenze particolarmente significative della pietra ollare, del marmo e delle rocce carbonatiche, che tracciano le tappe della pietra che "si fa storia". I tematismi vengono trattati sia nelle loro relazioni geoambientali, sia nelle interazioni connesse ai processi di sfruttamento come georisorsa, attraverso immagini e testi a partire dagli elementi geologici per arrivare alle tecniche di utilizzo. Gli inquadramenti geografici e geoambientali introducono gli argomenti di geologia generale con approfondimenti petrografici completati da reperti e campioni litologici.
Apertura: tutti i giorni dal 01.08.2024 al 02.09.2024, solo nei weekend dal 07.09.2024 fino al 03.11.2024, l'8.12.2024 in occasione della festa dell'Immacolata, durante le festività natalizie dal 21.12.2024 al 06.01.2025 - Orari 10.00 alle 12.00 del mattino e dalle 15.00 alle 18.00
Ingresso:
Museo Archeologico della Pietra Ollare del Parco Nazionale Val Grande
Palazzo Pretorio - Piazza Ettore Romagnoli - Malesco (VB)